mercoledì 26 agosto 2009

Ruba cellulare al medico che lo sta visitando, condanna confermata in Cassazione

Si era fatto portare all'ospedale per un malore ma, subito ripresosi, ne aveva approfittato per rubare il cellulare e l'agenda della dottoressa che lo stava visitando. Per questo, con l'aggravante della destrezza, un quarantenne di Catania, Mario T., ha ricevuto dalla Cassazione la conferma della condanna a un anno e dieci giorni di reclusione, oltre alla multa di 120 euro, inflittagli dalla Corte di Appello di Catania nel 2005. Senza successo Mario T. ha chiesto ai supremi giudici la riduzione della pena sostenendo che non doveva essergli attribuita l'aggravante della destrezza. Ma la Cassazione - sentenza 32326 - gli ha risposto che un furto commesso ai danni di un medico che sta eseguendo una visita, per di più proprio sul ladro, dimostra che l'imputato ha tratto vantaggio da una «particolare situazione di tempo e di luogo» ed è senz'altro eseguito con perizia. La Cassazione ha inoltre detto 'no' allo sconto di pena in quanto il furto di un cellulare di quel tipo «non costituisce un danno di lieve entità».

Poco credibile il medico di Michael Jackson

Le dichiarazioni rilasciate alla polizia dal medico privato di Michael Jackson, il cardiologo Conrad Murray, sarebbero giudicate poco credibili dai medici legali. Lo riferisce oggi il sito web Tmz.com citando fonti vicine alle indagini, secondo le quali le informazioni fornite dal dottor Murray, dall'orario della morte del cantante alla dose di anestetico somministrata, sarebbero incongruenti e inattendibili. In particolare, si afferma sul sito, non è credibile che la morte del cantante sia avvenuta a causa di una dose di propofol di appena 25 milligrammi, come dichiarato da Murray appena due giorni dopo la morte del re del pop. Jackson, infatti, soffriva d'insonnia ad era abituato ad assumere il farmaco, che non poteva quindi risultare letale a dosi così basse. Seri dubbi esistono anche sugli orari indicati dal cardiologo nella sua ricostruzione del tragico evento. Murray ha dichiarato di aver scoperto che il cantante non respirava più dieci minuti dopo l'iniezione del farmaco, ma non è chiaro perchè abbia trascorso quasi un'ora e mezza al cellulare prima di chiamare il numero di emergenza 911. La morte del re del pop è avvenuta lo scorso 25 giugno a causa di una crisi cardiaca. Le indagini hanno rivelato che è stata proprio l'iniezione del propofol, potente anestetico normalmente usato solo in sala operatoria, a provocare il decesso.

Influenza A, pronti 45mila studi dei medici di base

«Non c'è alcun rischio di confusione, i nostri 45 mila studi sono pronti a svolgere il loro compito per contenere al massimo la diffusione della pandemia. Invitiamo tutti a non recarsi nei Pronto Soccorso, i medici di base sapranno come e a chi somministrare per primi il vaccino ». Ad affermarlo è il segretario nazionale delle Federazione del medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, in merito all'avvio della campagna di vaccinazione dell'influenza A che in Italia partirà il 15 novembre. «Nella riunione del 2 settembre al ministero della Salute - spiega Milillo - stabiliremo la campagna di comunicazione che scatterà nelle prossime settimane. Verrà anticipata al primo ottobre l'avvio della vaccinazione per l'influenza stagione per la quale basta il richiamo poi da metà novembre partiremo con il vaccino per il virus A/H1N1». Per il segretario della Fimmg non c'è il rischio che il 31 gennaio, data in cui partirà la seconda fase della vaccinazione, sia troppo in là rispetto alla diffusione della pandemia. «Fino ad oggi abbiamo lavorato bene ed infatti l'Italia è uno dei Paesi meno colpiti da questo tipo di influenza che, ricordo, non ha caratteristiche stagionali. L'Istituto superiore di sanità - prosegue Milillo - sta monitorando costantemente l'andamento della pandemia raccogliendo elementi con i quali è possibile fare anche delle previsioni sul picco dei contagi». Milillo lancia infine un appello ai cittadini: «questa influenza non ha sintomi particolarmente drammatici, invitiamo tutti a non recarsi nei Pronto Soccorso, ma a chiamare gli studi dei medici di base, che sono sempre a disposizione per consulenze».